lunedì 2 novembre 2009

oggi 2 novembre giorno dei morti.
Non sono una fanatica dei cimiteri e durante l'anno non ci vado spesso. Anzi sabato credo fosse un anno che non andavo. Non riesco a capire se è grave o no la cosa, se è una mancanza di rispetto nei confronti dei miei comunque di fronte a questa cosa sono serena. Non mi piace andare al cimitero, ogni volta che ci vado (non lo faccio ovviamente), prima di rientrare in casa, potessi mi disinfetterei dalla testa ai piedi quasi come se non volessi far entrare in casa mia anche un solo granello di polvere raccattato in quel posto. Non passa giorno che non penso ai miei genitori, a mio fratello, ma loro non sono là in quelle tombe. Loro li sento qui con me, li sento in quella casa, che adesso è vuota, in quella cucina, dove ora non c'è odore, dove ho passato fra schiamazzi, risate, televisione alta, litigate la mia vita finche non me ne sono andata.
E oggi uffa mi sento gonfia come un pallone!!!
Secondo me sono state le mestruazioni, il ciclo ravvicinato. Boh cerchiamo di non farsi prendere dall'ansia

2 commenti:

  1. Io invece, anche se mi rendo conto di apparire macabra, sto bene nei cimiteri.
    Mi piace il silenzio che vi regna, oddio, in questi giorni di sovraffollamento non tanto,mi da' un senso di pace.
    Infatti ci vado spesso, specie da quando mio padre mi ha lasciata.
    Anche se lo so che lui e' sempre con me, ma solo lì davanti alla sua tomba riesco davvero a sentirlo vicino.
    Passando a cose piu' terrene:avrai gli ormoni un po' scombussolati, magari sei piu' stressata del solito, piano piano ti sgonfierai!Altrimenti vai in erboristeria o in farmacia e fatti consigliare un prodotto che riduca il gonfiore addominale, che a noi crea sempre tanto disagio.
    Un bacione

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  2. io di contro invece ci sto malissimo al cimitero. E' lì che sento la morte, la fine di tutto, il posto dove il mio corpo marcirà. E' lì che sento che i miei genitori non ci sono davvero più.
    E io invece ho bisogno di sentirli vivi per cui mi rifugio nella casa dei miei, in cucina, e in silenzio ricordo i rumori di quella stanza, le risate di mia madre, la tosse di mio padre (fumava quanto un turco!!) il fornello sempre acceso con qualcosa che bolliva o friggeva.

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